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Quartiere Santa Croce
Ubicazione Via de' Neri 6
Denominazione Palazzo Nori
Altre denominazioni Palazzo Rustici, palazzo di Alberto di Zanobi
Affacci via de' Rustici 2r- 4r- 6r -8r- 10r
Proprietà Rustici Rinieri, Davanzati, Capponi, Rucellai, Nori, Grifoni, Rinuccini, Berardi Nelli, Modigliani.
Architetti - Ingegneri Ignoto/i.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Rinuccini Ottavio.
Note storiche La fabbrica, di notevole estensione, presenta caratteri che consentono di ricondurne l'edificazione tra la fine del Trecento e i primi del Quattrocento (datazione precisata nel fondamentale contributo sulla fabbrica di Brenda Preyer al periodo 1399-1402), quando formava un unico corpo con l'altrettanto notevole edificio ora segnato con il n. 4 (si veda). Già reputato come commissionato dalla famiglia Rustici, il palazzo è stato ricondotto da Brenda Prayer a investimenti sull'area da parte del ricco e potente mercante Alberto di Zanobi Rinieri (la cui famiglia formava comunque consorteria con i Rustici). Così la studiosa (in riferimento all'originaria configurazione di ambedue i palazzi ai civici 4-6) offre una accurata lettura della struttura esterna: "La parte orientale della facciata, sempre datata verso la fine del XIV o l'inizio del XV secolo, ha ricevuto la massima attenzione anche se le arcate vicino a via delle Brache sono state costruite molto più tardi, ad imitazione della facciata di Alberto di Zanobi. Sebbene si noti l'aggiunta di molte finestre e la riconfigurazione di altre, la facciata originale ad otto campate si legge facilmente nei suoi elementi essenziali. Il piano terra presenta un rivestimento a bugnato costituito da pietre piuttosto piccole, la maggior parte con solo una leggera sporgenza. Le pietre sono lavorate in modo tale da sembrare scheggiate e poi levigate, in modo che la superficie del muro si increspi leggermente. Ci sono otto grandi aperture a sesto acuto, la sesta più alta di tutte le altre. Il carattere della muratura di questo arco documenta come questa porzione sia stata rimaneggiata e come l'apice dell'arco fosse più alto di tre blocchi di pietre (...). Gli archi rimanenti al piano terra sono legati l'un l'altro da blocchi di imposta in comune e sono separati da pilastri in bugnato di circa un metro di larghezza. Il bugnato si estende per circa il doppio dell'estensione rispetto al lato occidentale, mentre all'angolo il rivestimento ruota intorno ad una colonnetta, terminando in linea retta per circa due metri lungo via de' Rustici (...). Al piano nobile il rivestimento a bugnato raggiunge gli archi delle finestre e gira intorno alle loro cornici. Nelle restanti aree, a questo e al terzo piano, dove il bugnato fine è riscontrabile solo attorno alle finestre e non nel muro tra queste, la massiccia muratura dovrebbe essere stata intonacata fin dalle origini. Sulla parte orientale della facciata, le cornici marcapiano originali, delle quali quella posta più in basso è supportata da piccole mensole, segnano le divisioni tra i piani (...). Negli edifici domestici antecedenti a Palazzo Medici questa combinazione di archi a sesto acuto, bugnato e muro intonacato sul secondo e terzo piano è da ritenere una consuetudine, dove le uniche variazioni all'interno dello schema risultano date dall'altezza del bugnato tra le finestre...". Successivamente il palazzo passò attraverso intricate vicende ereditarie alle famiglie Capponi, Davanzati e Rucellai. Nel 1469, con altre case e una piazzola interna, passò alla famiglia Nori, nella persona di quel Francesco Nori che, facendo scudo col proprio corpo a Lorenzo de' Medici, lo salvò dalla congiura ordita dai Pazzi il 26 aprile 1478. Dei Rinuccini nel corso del Cinquecento, apparteneva nel 1766 alla signora Ortensia Berardi Nelli, come risulta da un cabreo pubblicato da Gian Luigi Maffei (1990) ma relativo al vicino palazzo Grifoni. Sull'angolo di via de' Rustici è un bellissimo scudo con l'arme tradizionalmente interpretata come dei Rustici (d'azzurro, al grifone d'oro e al capo dell'Impero) ma in realtà, sempre secondo quanto precisato dalla Preyer, da ricondurre appunto ai Rustici-Rinieri. Sul fianco di via de' Rustici è una memoria che ricorda come il patrizio fiorentino Ottavio Rinuccini (1562-1621) negli anni in cui era proprietario della casa, fornisse, scrivendo la favola pastorale Dafne (1594), il primo modello di melodramma. Attualmente il palazzo è in parte occupato da una struttura ricettiva (Residenza d'epoca de' Neri).
Bibliografia
dettaglio
Bacciotti 1879-1886, III, 1886, p. 495; Carocci 1897, p. 144; Limburger 1910, n. 628; Limburger-Fossi 1968, n. 628; Palazzi 1972, p. 244, nn. 475-476; Fanelli 1973, I, p. 238; II, p. 36, fig. 191; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 317; III, 1978, pp. 290-291; Maffei 1990, pp. 130-134; Cesati 2005, I, p. 418; Firenze 2005, p. 396; Invernizi 2007, II, p. 409, n. 366; Paolini 2008, pp. 126-127, n. 185; Paolini 2009, pp. 194-195, n. 264.
Approfondimenti Brenda Preyer, The "chasa overo palagio" of Alberto di Zanobi: a florentine palace of about 1400 and its later remodeling, in "The Art Bulletin", LXV, 1983, 3, pp. 387-401; Gianluca Belli, Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento, Firenze, University Press, 2019, p. 409, n. 36, fig. 68 (ma si vedano anche i rimandi al testo tramite l'indice analitico della pubblicazione).
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 132255, 132256, 132257 (vedute parziali dei prospetti esterni, 1984); 132258, 132259, 132260, 132261, 132262, 132263, 132264, 132265, 132266, 132267, 132268, 132269 (vedute degli spazi interni, 1984); 174874 (scorcio del prospetto su via de' Neri, 1994); 174875 (particolare del portone, 1994); 174876 (particolare dello stemma sulla cantonata, 1994); 174877 (veduta d'insieme dell'edificio ripresa dalla cantonata, 1994); 174878, 174879, 174880, 174881, 174882, 174883, 174884, 174885, 174886, 174887, 174888, 175548, 175549 (vedute degli spazi interni, 1994).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Nori su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE FI1064
ID univoco regionale 90480170050
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 04/04/2021
Data ultimo sopralluogo 21/03/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags stemma familiare, lapide, iscrizione.
Localizzazione
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