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Quartiere Santa Croce
Ubicazione Piazza della Signoria
Denominazione Loggia de' Lanzi
Altre denominazioni Loggia dei Priori, loggia dei Signori, loggia della Signoria, loggia dell'Orcagna
Affacci chiasso de' Baroncelli
Proprietà demanio dello Stato.
Architetti - Ingegneri Simone di Francesco Talenti, Ristori Taddeo, Benci di Cione Dami, Orcagna (Andrea di Cione, d.), Nelli Giovanni Battista, Del Rosso Giuseppe, Manetti Giuseppe, Poccianti Pasquale, Cacialli Giuseppe, Martelli Giuseppe.
Pittori - Scultori - Decoratori Gaddi Agnolo, Guidi Jacopo, Giovanni d'Ambrogio, Giovanni Tedesco, Donatello (Donato de' Bardi, d.), Cellini Benvenuto, Giambologna (Jean de Boulogne, d.), Vacca Flaminio, Fedi Pio.
Uomini illustri Canova Antonio.
Note storiche La costruzione della fabbrica fu deliberata nel 1374 al fine di dotare la città di un luogo rappresentativo e riparato atto ad accogliere le cerimonie e le riunioni pubbliche dei Priori e dei Gonfalonieri che, in caso di maltempo, non potevano altro che contare sui ristretti ambienti della vicina chiesa di San Pier Scheraggio. Risarciti i proprietari delle case da abbattere, il cantiere fu aperto nel 1376 e rimase attivo fino al 1382 sotto la direzione di Simone di Francesco Talenti, Taddeo Ristori e Benci di Cione, tutti architetti ugualmente presenti nel vicino cantiere della Cattedrale. Per quanto a lungo tempo ricondotta a un progetto di Andrea Orcagna, la loggia risulterebbe quindi costruita in anni successivi alla morte dell'artista (1368), che peraltro non appare in nessuna fonte documentante l'impresa. Fino al 1394 si continuò a lavorare all'apparato decorativo arricchendo la struttura con gli stemmi comunali, le figure dei leoncini alla base dei pilastri e quindi con le statue delle sette virtù da porre sui fronti della loggia: Fede e Speranza furono scolpite, su disegni di Agnolo Gaddi, da Jacopo di Piero Guidi, Prudenza e Giustizia da Giovanni d'Ambrogio, Fortezza e Temperanza da Giovanni Fetti e Jacopo di Piero Guidi, Carità da Jacopo di Piero Guidi e Piero di Giovanni Tedesco. Nei secoli successivi la loggia ospitò regolarmente le cerimonie e gli atti pubblici dei Priori e dei Gonfalonieri, arricchendosi nel 1506 della presenza della statua di Giuditta e Oloferne di Donatello che venne qui trasferita in corrispondenza dell'arcata destra che guarda via Vacchereccia. Nel 1541 il duca Cosimo I assoldò una guardia personale formata da 200 Landsknecht che, acquartierati nel vicino chiasso de' Baroncelli per più di due secoli, portò alla denominazione della loggia come 'dei Lanzi'. Il 27 aprile 1554 il Perseo di Benvenuto Cellini fu collocato ad occupare l'attuale posizione, speculare rispetto alla Giuditta; e ancora nel 1583 con 'generale satisfazione' fu scoperto il Ratto delle Sabine del Giambologna, spostando la Giuditta sotto l'arco che guarda via della Ninna. Al 1716 è documentato un intervento di restauro condotto da Giovanni Battista Nelli. E' alla fine del Settecento che la loggia, oramai persa la funzione di luogo deputato alle adunanze, fu individuata da alcuni progetti stilati dagli architetti Giuseppe Del Rosso e Giuseppe Manetti come vero e proprio museo di scultura all'aperto. E' in questo contesto che si collocarono nel 1789 i due leoni ai lati della scalinata (provenienti da villa Medici in Roma, quello di destra d'arte romana, l'altro di Flaminio Vacca) e, sul fondo, le sei figure muliebri romane dette le Sabine (inizio II sec. d.C.), anche queste già a Villa Medici. L'insieme si arricchì ulteriormente tra il 1840 e il 1847 sotto la direzione dell'architetto Pasquale Poccianti (forse a seguito di suggerimenti di Antonio Canova) che qui collocò il Menelao che sorregge il corpo di Patroclo e il Centauro del Giambologna, già impiegati quali eccezionali elementi di arredo urbano. L'ultima statua collocata fu il Ratto di Polissena di Pio Fedi, inaugurato il 14 dicembre 1866. Si segnala sotto la loggia la presenza di un grande ambiente voltato, risalente agli anni della sua fondazione, scoperto e vuotato dalla terra nel 1510, quindi utilizzato come deposito di artiglierie, poi dal 1761 destinato a magazzino dell'olio e, durante l'ultima guerra, usato per proteggere da eventuali bombardamenti alcune statue della piazza, a partire dal Perseo del Cellini. Fatti salvi i numerosissimi interventi di restauro a questo patrimonio di sculture (ben documentati già a partire dal Settecento), per quanto concerne le cure destinate alla salvaguardia della fabbrica, è da ricordare, sulla scorta delle annotazioni di Federico Fantozzi, come il ballatoio che la corona, "minacciando rovina", fosse stato ricostruito dall'architetto Pasquale Poccianti, tra il 1838 e il 1840. Interventi di restauro alla terrazza sovrastante e alla loggia nel suo complesso sono inoltre documentati nel 1813 (Giuseppe Cacialli), nel 1860-1862 (Giuseppe Martelli) e, in tempi più recenti, nel 1968-1969 e quindi nel 1979 (sostituzione delle catene) e ancora nel 1988-1994, quando, verificata l'inadeguatezza delle nuove catene, furono progettate e realizzate delle strutture in acciaio registrate a una tensione 'collaborante' con i capochiave trecenteschi ma che, in caso di rottura degli stessi, sono in grado di sostituirne appieno la funzione. Nel 2011, per le cure della Silfi Spa, è stata progettata una nuova illuminazione con lampade LED capace di evidenziare sia le singole statue sia di esaltare la percezione complessiva della fabbrica. Attualmente lo spazio è gestito al pari di un museo, seppure all'aperto, con un regolare servizio di sorveglianza e con una serie di limitazioni nei comportamenti dei visitatori che vi accedono. La loggia appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia
dettaglio
Bocchi-Cinelli 1677, pp. 71-72; Zocchi 1744, tav. XXIII; Del Bruno 1757, pp. 108-110; Cambiagi 1765, p. 175; Cambiagi 1771, pp. 187-189; Cambiagi 1781, pp. 174-186; Thouar 1841, pp. 336-338; Fantozzi 1842, pp. 30-36, n. 2; Fantozzi 1843, p. 67, n. 131; Firenze 1845, pp. 205-207; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, I, 1845, pp. 84, 225, 263-264, 269, 273, 405; II, 1846, pp. 354, 560-565; III, 1846, pp. 61-62; Formigli 1849, pp. 179-182; Firenze 1850, pp. 172-176; Burci 1875, pp. 70-73; Bigazzi 1886, pp. 64-69; Elenco 1902, p. 248; Limburger 1910, n. 371; Bertarelli 1922, pp. 47-48; Garneri 1924, pp. 43-45, n. XX; Bertarelli 1937, p. 117; Allodoli-Jahn Rusconi 1950, pp. 25-26; Limburger-Fossi 1968, n. 371; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, IV, 1978, pp. 49-51; Zocchi-Mason 1981, pp. 76-77; Borsi-Maresca 1984, pp. 78-79; Stefano Bertocci in Firenze 1992, p. 65, n. 40; Zucconi 1995, p. 53, n. 55; Cesati 2005, II, p. 647; Firenze 2005, pp. 177-178; Morozzi 2009, p. 71; Paolini 2009, pp. 287-289, n. 405.
Approfondimenti Marco Lastri, Loggia de' Lanzi, rostri della Repubblica, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, IX, pp. 103-107; Luigi Passerini, La Loggia della Signoria, in Curiosità storico-artistiche fiorentine, Prima Serie, Firenze, per Stefano Jouhaud, 1866; Karl Frey, Die Loggia dei Lanzi zu Florenz: eine quellenkritische Untersuchung, Berlin, Hertz, 1885; La loggia della Signoria, in "Arte e Storia", VIII, 1889, 9, pp. 71-72; Restauro della loggia della Signoria, in "Arte e Storia", VIII, 1889, 13, p. 104; Restauri alla loggia della Signoria, in "Arte e Storia", VIII, 1889, 17, p. 134; La loggia della Signoria, in "Arte e Storia", VIII, 1889, 25, p. 200; Loggia della Signoria, in "Arte e Storia", VIII, 1889, 28, pp. 223-224; Restauri, in "Arte e Storia", IX, 1890, 11, p. 87; Consegna di edifizi monumentali, in "Arte e Storia", XI, 1892, 18, p. 143; "Ricordi di Architettura. Raccolta di ricordi d'arte antica e moderna e di misurazione di monumenti", III, 1892-1893, tavv. XXII-XXVII (Loggia dell'Orcagna. Piazza della Signoria. Studi dal vero), Antico (Stemma sull'angolo del Palazzo Arcivescovile di Firenze); Herbert Keutner, Der "Giardino pensile" auf der Loggia dei Lanzi und seine Fontäne, in "Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz", VII, 1953-1956 (1956), 3-4. pp. 283-284; Chiusa la loggia per restauri, in "Nazione Sera", 5 giugno 1968; Rinascita della Loggia, in "La Nazione", 28 dicembre 1973; Maria Di Benedetto, Regesto dei 'restauri' progettati ed eseguiti da Giuseppe Del Rosso, in Dalla 'libreriola' dell'architetto fiorentino Giuseppe Del Rosso, catalogo della mostra (Firenze, Biblioteca Riccardiana, 3 giugno-3 agosto 1983) a cura di Giuliana Alessandri Stoppini, Firenze, Centro Di, 1983, pp. 54-56; Francesco P. Di Teodoro, Un restauro di Giovan Battista Nelli alla Loggia dei Lanzi, in "Bollettino Ingegneri", XXXVI, 1988, 12, pp. 16-21; Francesco Vossilla, Antonio Canova, Pasquale Poccianti e la Loggia della Signoria, in "Studi di Storia dell'Arte", III, 1992, pp. 285-295; Francesco Vossilla, La loggia della Signoria: una galleria di scultura, Firenze, Edizioni Medicea, 1995; Gabriella Capecchi, Sette progetti per la Loggia dei Lanzi, in "Artista. Critica dell'arte in Toscana", 1999, pp. 200-222; Le statue della Loggia della Signoria a Firenze: capolavori restaurati, a cura di Giovanna Giusti, Antonio Godoli, Antonella Romualdi, Antonio Russo, Firenze, Giunti, 2002; Giovanni Fanelli, All'ombra della Loggia: storia dell'iconografia fotografica della fiorentina Loggia della Signoria, in "Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz", XLVI, 2002 (2004), pp. 533-556; Claudio Paolini, La loggia de' Lanzi, una storia per immagini, Firenze, Polistampa, 2006; Karl Frey, Die Loggia dei Lanzi zu Florenz: eine quellenkritische Untersuchung, Berlin, La Vergne, Nabu Press, 2011; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 59-62.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: FVQ-F-042341-0000 (veduta di scorcio, 1855); FVQ-F-141115-0000 (veduta di scorcio, 1856-1857); FBQ-F-004847-0000 (veduta della loggia da posizione soprelevata, 1857); AVQ-A-000039-0035 (veduta di scorcio, 1870 circa); FVQ-F-050408-0000 (veduta di scorcio, 1870 circa); MFC-F-003160-0000, MFC-F-003127-0000 (vedute di scorcio, 1870-1880); FBQ-F-000759-0000 (veduta dell'interno verso via della Ninna, 1875 circa); MFC-F-000689-0000 (veduta di scorcio, 1880 circa); PDC-F-002745-0000 (veduta d'insieme della piazza con il palazzo della Signoria e la loggia, 1880-1890); ACA-F-17140V-0000 (veduta di scorcio dal piazzale degli Uffizi, 1890 circa); BGA-F-004300-0000, ACA-F-002481-0000 (vedute dell'interno verso via della Ninna, 1890 circa); ACA-F-002475-0000 (veduta frontale da piazza della Signoria, 1890 circa); BGA-F-005409-0000 (veduta d'insieme della piazza con il palazzo della Signoria e la loggia, 1890 circa); ACA-F-002477-0000 (veduta di scorcio, 1890 circa); ACA-F-044186-0000 (veduta angolare dal palazzo della Signoria, 1934); ACA-F-044231-0000 (veduta di un peduccio della loggia, 1936); ACA-F-055786-0000 (veduta frontale da piazza della Signoria, 1960 circa). Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): L013102, L013105, L013106, L013107, L013111, L013114, L013119, L013121, L013124, L013125, L013127, L013128, L013129, L013130, L013131, L013132 (scorci della loggia con la blindatura delle statue a difesa della guerra aerea, 1940); 0026923, 0066921, 0067093, 0129011 (vedute d'insieme da varie angolazioni).
Risorse in rete Sulla loggia sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Loggia della Signoria su Wikipedia.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 19/04/2020
Data ultimo sopralluogo 21/03/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
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