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Quartiere Santo Spirito
Ubicazione Via de' Bardi
Denominazione Via de' Bardi
Altre denominazioni Borgo Pidiglioso (Petecchioso)
Affacci .
Proprietà Comune di Firenze.
Architetti - Ingegneri Ignoto/i.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Buontalenti Bernardo.
Note storiche La strada si sviluppa con tracciato irregolare da piazza de' Mozzi a piazza di Santa Maria Soprarno, dove si apre alla veduta del fiume, per poi riprendere tra gli edifici fino a via de' Guicciardini, in prossimità del capo di Ponte Vecchio. Si innestano lungo il suo percorso costa Scarpuccia e costa del Pozzo. Il tracciato è molto antico, coincidendo (così come accade per via San Niccolò) con un tratto della via Cassia Nuova voluta dall'imperatore Publio Elio Adriano nel 123 d.C., che portava alla città andando ad innestarsi al ponte di accesso allora presente in prossimità dell'attuale Ponte Vecchio. Alle sue origini il borgo - riunito alla città solo con la costruzione dell'ultima cerchia di mura del 1282-1333 - era estremamente povero, tanto da chiamarsi borgo Pitiglioso (o Pidiglioso o Petecchioso), cioè pidocchioso, per la miseria e la sporcizia dei propri abitanti. Descrivendolo, Benedetto Varchi, nelle sue Storie fiorentine (1527-1530), ricordava ancora a Cinquecento inoltrato il significato della denominazione, che si era imposta proprio "per lo essere egli abitato da gentucche e persone più che di bassa mano". Di questa antica storia di miserie oggi sembra non esservi più traccia, non fosse per la presenza di nobili palazzi a fianco di più modeste case, che è cosa tuttavia sufficientemente tipica dei tessuti urbani di antico impianto e particolarmente di Firenze. Proprio per la presenza di case, torri e palazzi della potente e antica famiglia dei Bardi, il borgo ha assunto poi l'attuale denominazione. Per quanto riguarda le trasformazioni subite nel tempo dalla strada ricordiamo il carattere franoso della collina che sorge dal suo lato interno, che portò Cosimo I de' Medici a imporre il divieto di costruire per un ampio tratto del tracciato: si veda la lapide che segna il muro a retta di questo stesso tratto, datata 1565, conseguente al tragico smottamento del 1547 nel quale fu coinvolto, uscendone illeso, il giovane Bernardo Buontalenti che qui abitava. E ancora, per quanto non coinvolgendo direttamente la nostra via, ricordiamo la vicina apertura del lungarno a seguito del piano di ingrandimento della città di Firenze stilato da Giuseppe Poggi nel 1864 e messo in atto nel decennio seguente, che comportò il rovesciamento verso il fiume degli ingressi principali dei palazzi che la costeggiano, trasformando il nostro in un asse viario secondario. Ancor più traumatiche le vicende relative all'ultimo tratto dopo piazza di Santa Maria Soprarno, che un tempo proseguiva senza soluzione di continuità con altri nobili edifici e che, distrutto dallo scoppio delle mine poste dall'esercito tedesco in ritirata nell'agosto del 1944, è stato ricostruito tra gli anni Cinquanta e i primi del decennio successivo con un significativo ampliamento della carreggiata, e che ora ha carattere moderno, almeno fino alla torre Mannelli che segna con la sua mole la fine della strada, rimandando nuovamente alle antiche origini del luogo. Oltre all'evidente differenza tra il primo e il secondo tratto in ragione della diversa età delle fabbriche, è ugualmente percepibile come la strada sia composta da due diverse realtà, vuoi per lo slargo che la rompe in corrispondenza della piazza di Santa Maria Soprarno, vuoi soprattutto, per il diverso flusso di traffico, oltremodo intenso per il passaggio di veicoli e pedoni in prossimità del Ponte Vecchio, tanto da far sentire questo come logica prosecuzione del lungarno Torrigiani. Marca ulteriormente la differenza la diversa pavimentazione della carreggiata, asfaltata nel tratto terminale, lastricata nella porzione antica che, per la presenza di memorie e insigni architetture, è da considerare di eccezionale valore storico e artistico.
Bibliografia
dettaglio
Fantozzi 1843, p. 233, n. 583; Stradario 1913, p. 11, n. 70; Stradario 1929, p. 9, n. 88; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, pp. 97-99; Stradario 2004, pp. 81-82.
Approfondimenti Claudio Paolini, Architetture d'Oltrarno: da piazza Giuseppe Poggi a piazza Santa Maria Soprarno, Firenze, Polistampa, 2010; Saida Grifoni, Lungo l'Arno. Paesaggi, storia e culture, Firenze, Aska Edizioni, 2016, p. 259.
Documentazione fotografica Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 65198 (veduta del tratto corrispondente a piazza di Santa Maria Soprarno prima delle distruzioni, 1934); 132245, 132254, 132277, 132278, 132280, 132288, 132289 (documentazione relativa ai danni inferti all'ultimo tratto della via dalle mine fatte brillare dall'esercito tedesco nell'agosto del 1944, 1944); 131717 (veduta d'insieme dell'ultimo tratto verso il Ponte Vecchio ripresa dal lungarno degli Archibusieri, 1960 ca.).
Risorse in rete Sulla via sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Via de' Bardi su Wikipedia e dallo Stradario storico amministrativo del Comune di Firenze disponibile online.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 30/07/2013
Data ultima modifica 28/09/2020
Data ultimo sopralluogo 18/02/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags toponomastica, stradario (via), lastrico.
Localizzazione
Contatti note tecniche e legali
 
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