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Quartiere Santo Spirito
Ubicazione Via Maggio 26
Denominazione Palazzo di Bianca Cappello
Altre denominazioni Palazzo Altoviti
Affacci .
Proprietà Corbinelli, Buonaventuri, Cappello, spedale di Santa Maria Nuova, Riccardi, Bonaccorsi Perini, Altoviti, Peruzzi de' Medici, Pecchioli, Dei.
Architetti - Ingegneri Buontalenti Bernardo, Pietramellara Ferdinando.
Pittori - Scultori - Decoratori Poccetti (Bernardino Barbatelli, d.), Benini Amedeo, Forcellini Antonio.
Uomini illustri Annigoni Pietro.
Note storiche In quest'area era nella prima metà del Quattrocento una casa dei Corbinelli, nel 1566 acquistata da Piero Buonaventuri, marito della patrizia veneziana Bianca Cappello. Questa, rimasta vedova due anni dopo, avvalendosi del sostegno economico dell'amante, il duca Francesco de' Medici (poi sposato nel 1579), intraprese un'opera di ammodernamento e abbellimento dell'edificio quattrocentesco, avvalendosi dell'opera di Bernardo Buontalenti (1573-1578). L'architetto, per quanto concerne il fronte, scelse di conservare le ampie finestre già esistenti ai piani superiori, intervenendo sul piano terreno per rinnovarlo radicalmente con due belle finestre inginocchiate (fuori asse rispetto alle finestre quattrocentesche del piano superiore) e con un portone incorniciato da bozze rilevate, sormontato dall'arme parlante dei Cappello. Sotto i davanzali delle nuove finestre si inserì il motivo del pipistrello scolpito ad ali spiegate, poi diventato ricorrente nelle architetture del Buontalenti e più in generale impiegato come figura simbolica a protezione e cura della casa. Il resto della facciata fu invece rinnovato grazie a una ricca decorazione a graffito, realizzata con mano particolarmente felice da Bernardino Poccetti tra il 1574 e il 1579 (per altri tra il 1579 e il 1580 circa). Per maggior comodo e ambizione Bianca Cappello prese inoltre in locazione il palazzo confinante, per quanto non sia chiaro se si trattasse solo di quello ora al numero civico 24 (così Walther Limburger 1910) o anche dell'altro segnato col numero 28 (così Guido Carocci nell'Illustratore fiorentino per il 1911). Tuttavia, diventata granduchessa, Bianca Cappello alienò ben presto la casa all'Ospedale di Santa Maria Nuova (1584), che la rivendette a Giovanni Riccardi nel 1586. Mantenuta da questa famiglia fino ai primi dell'Ottocento, passò in proprietà nel 1828 ai Bonaccorsi Perini, poi agli Altoviti, quindi nel 1906 ai Peruzzi de' Medici, e successivamente ai Pecchioli e ad altri, fino all'attuale condominio. E' evidente come nell'economia del fronte siano i graffiti quelli che maggiormente hanno destato nel corso del tempo l'interesse, come peraltro attestano le accurate incisioni che li riproducono, realizzate da Carlo Lasinio su commissione dei Riccardi e riprodotte in una splendida edizione nel 1789. Sottoposti a periodiche cure sono stati in particolare oggetto di restauri nel 1885, nel 1928-1929 (condotti da Amedeo Benini sotto la direzione dell'ingegner Ferdinando Pietramellara e con l'accordo della Soprintendenza), e quindi nel 1986 a cura di Antonio Forcellino. Quest'ultimo intervento ha in particolare dovuto far fronte al vistoso degrado delle integrazioni effettuate negli anni venti, il cui impasto cementizio (differente da quello originale composta da malta di calce pigmentata di nero) si era trasformato in una superficie talmente polverulenta da cedere al minimo contatto. Per quanto concerne l'impianto della decorazione, come già sottolineato da Francesca de Luca in Graffiti 1993, nonostante la varietà del repertorio e la ricchezza complessiva, tutto appare disciplinato da cornici bianche che si adeguano alla partitura architettonica del palazzo. All'interno di tale schema, i singoli elementi decorativi non rispondono se non alle categorie della varietà e del bizzarro: arpie, levrieri, fumatori di narghilé, satiresse, ippogrifi, putti, scimmie, arieti, figure maschili e figure femminili si susseguono tra candelabre e grottesche. Da segnalare nell'ambito di tale impianto anche gli interventi ad affresco: al centro l'arme medicea sormontata dalla corona granducale, ai lati due ovali con il tema del cigno e un motto alludente sia al candore dell'animale sia al nome di Bianca Cappello. Per quanto riguarda gli altri elementi di pregio del fronte è da segnalare come al piano terreno solo una finestra conservi lo specchio originario sotto il davanzale; quella di sinistra, adattata a mostra di negozio, non ha più la pietra scolpita, comunque conservata (in pessime condizioni di conservazione) nel cortile dell'adiacente palazzo Pannocchieschi (si veda al numero civico 28). Sul portone è l'arme dei Cappello (troncato d'argento e d'azzurro, al cappello attraversante dell'uno nell'altro, con il capo caricato del leone di San Marco). Nel breve androne è una lapide con iscrizione, già trascritta da Francesco Bigazzi (1886), che ricorda la proprietà di Bianca Cappello e riconduce l'edificazione al 1566. Si annota anche come la tradizione indichi la presenza di un corridore sotterraneo non più accessibile, sempre realizzato nell'ambito del cantiere buontalentiano, che avrebbe messo in comunicazione la residenza con il vicino palazzo Pitti. Negli ambienti al primo piano è la sede dell'Associazione Amici di Pietro Annigoni per la Solidarietà fra i Popoli, fondata nel 1996 dalla sig.ra Annigoni in ricordo del marito. Allo stesso piano è la sede consolare del Burkina Faso. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia
dettaglio
Lastri 1821, VII, pp. 39-43; Thouar 1841, p. 441; Fantozzi 1843, p. 253, n. 627; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, III, 1846, p. 136; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, pp. 324-326; Bigazzi 1886, p. 276; Elenco 1902, p. 252; Limburger 1910, n. 146; Illustratore fiorentino (1911) 1910, pp. 136-139; Bertarelli 1922, p. 170; Garneri 1924, p. 306, n. LVII; Bertarelli 1937, p. 289; Allodoli-Jahn Rusconi 1950, p. 189; Thiem 1964, pp. 108-110, n. 52, tavv. 136-140; Limburger-Fossi 1968, n. 146; Bucci-Bencini 1971-1973, IV, 1973, pp. 99-103; Borsook 1972, p. 294; Ginori Lisci 1972, II, pp. 725-726 e p. 820; Firenze 1974, p. 318; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, pp. 183-184; Rosamaria Martellacci in Firenze 1992, p. 126, n. 90; Graffiti 1993, pp. 64-67; Vannucci 1995, pp. 68-71; Zucconi 1995, p. 91, n. 125; Cesati 2005, I, pp. 364-365; Firenze 2005, p. 450; Pecchioli 2005, pp. 96-99.
Approfondimenti Carlo Lasinio, Ornati presi da graffiti, e pitture antiche esistenti in Firenze: disegnati ed incisi in 40 rami, Firenze, Pagni & Bardi, 1789; Marco Lastri, Casa di Pietro Bonaventuri, marito della Cappello ed esaltazione della medesima al trono, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, XII, pp. 34-38; Restauri artistici, in "Arte e Storia", IV, 1885, 40, p. 303; Giovanni Klaus Koenig, Finestre fiorentine della seconda metà del Cinquecento, In "Quaderno dell’Istituto di Elementi di Architettura e Rilievo dei Monumenti", 1963, 2/3, pp. 17-71; Gianvittorio Dillon, La casa di Bianca Cappello: decorazione a graffito, primo esempio di restauro, in "Il Giornale dell'Arte", V, 1987, 50, p. 52; Rodolfo Galleni, Ammannati e Buontalenti: tracce per un sodalizio artistico, in Bartolomeo Ammannati scultore e architetto, 1511-1592, a cura di Niccolò Rosselli del Turco e Federica Salvi, atti del convegno di studi (Firenze-Lucca, 17-19 marzo 1994), Firenze, Alinea, 1995, pp. 227-235; Emanuela Ferretti, Appunti per la conoscenza del cantiere storico: Bernardo Buontalenti e la fabbrica del palazzo di Bianca Cappello a Firenze (1573-1578), in "Ricerche Storiche", XXXII, 2002 (2003), 1, pp. 47-79; Costanza Riva, Il palazzo di Bianca Cappello a Firenze. Simboli, miti e alchemiche allegorie, Firenze, Pontecorboli Editore, 2018.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ACA-F-031014-0000 (particolare dei graffiti della facciata, 1920-1930); ACA-F-055026-0000 (veduta d'insieme della facciata di scorcio, 1961 circa); BEN-F-000028-0000 (veduta d'insieme della facciata); B EN-F-000029-0000, BEN-F-000031-0000 (particolari dei graffiti della facciata). Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0071663 (particolare dei graffiti della facciata). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 64952, 64953, 64954, 64955 (vedute del prospetto e particolari dei graffiti prima e dopo il restauro, 1928-1930 ca.). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 71059 (veduta d'insieme del prospetto dell'edificio in forte scorcio, 1974); 97887, 97888 (vedute d'insieme del prospetto, 1979); 97889, 97890, 97891, 97892, 97893, 97894, 97895, 97896, 97897 (particolari della decorazione graffita, 1979); 97898 (particolare con il portale, 1979); 97899 (particolare dello stemma sopra il portale, 1979); 97900 (particolare con il portale, 1979); 97901, 97902, 97903 (particolari con insieme e dettagli delle finestre terrene, 1979); 97904, 97905 (vedute dell'androne, 1979); 97906, 97907, 97908, 97909, 97910, 97911, 97912, 97913, 97914 (vedute degli spazi interni, 1979); 114974 (riproduzione di una antica veduta del prospetto, 1982); 148861 (veduta d'insieme del prospetto, 1987); 148865 (veduta della parte basamentale del prospetto, 1987); 150473 (veduta d'insieme del prospetto, 1988); 150993 (veduta d'insieme del prospetto, 1988).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo di Bianca Cappello su Wikipedia e dal sito Palazzo Bianca Cappello Residenza d'Epoca.
Codice SBAPSAE FI0645
ID univoco regionale 90480171104
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 17/09/2020
Data ultimo sopralluogo 17/09/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
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