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Scheda Palazzo Stiozzi Ridolfi Torna ai risultati della ricerca
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Quartiere Santa Maria Novella / Viali
Ubicazione Via Valfonda 9
Denominazione Palazzo Stiozzi Ridolfi
Altre denominazioni Casino Bartolini Salimbeni, palazzo di Gualfonda, palazzo di Valfonda, casino Riccardi, palazzo Orsini, palazzo Giuntini
Affacci .
Proprietà Bartolini Salimbeni, Vitelli, Riccardi, Stiozzi Ridolfi, Orsini, Giuntini, Associazione Industriali della provincia di Firenze, Valfonda Spa.
Architetti - Ingegneri Baccio d'Agnolo (Bartolomeo Baglioni, d.), Silvani Gherardo, Foggini Giovanni Battista, Bosio Gherardo.
Pittori - Scultori - Decoratori Chiavistelli Jacopo, Volterrano (Baldassarre Francheschini, d.), Gatti Annibale.
Uomini illustri Fanti Manfredo, Graham James Lorimer.
Note storiche Anticamente era qui una casa con un orto di proprietà della famiglia Bartolini Salimbeni, generalmente ritenuta edificata per volontà di Giovanni Bartolini da Baccio d'Agnolo (Giorgio Vasari dice soltanto che questi aveva preparato molti bozzetti per il giardino). A seguito di successivi acquisti di terreni operati dallo stesso Bartolini entro il 1525, la zona a verde diventò ben presto la più vasta entro il recinto delle mura, tanto da essere ricordata da Benedetto Varchi tra i dieci giardini più importanti della città: complessivamente l'estensione (tra giardino, orti e campi) raggiungeva circa tredici ettari, posta fra le odierne via Valfonda, via della Scala e il retro della chiesa di Santa Maria Novella. Di tale estensione e della sistemazione interna dei vari appezzamenti è d'altra parte chiara testimonianza la pianta di Firenze di Stefano Buonsignori (1584). Passata ai Vitelli (1558), la proprietà fu acquistata nel 1598 da Riccardo Riccardi che, nel 1638, fece erigere un nuovo palazzo da Gherardo Silvani. Si trattò molto probabilmente di una trasformazione delle allora esistenti "due piccole casette", che vennero ampliate e che conobbero nei decenni seguenti un periodo di notevole splendore. "Celebri feste furono qui date, e moltissime riunioni letterarie vi ebbero luogo al tempo di Riccardo Riccardi, coltivatore non comune delle muse, delle scienze e dell'agricoltura. Fra le prime merita ricordanza quella del 1600 in occasione delle nozze di Maria de' Medici con Enrico IV re di Francia, alla quale intervenne la regina sposa, la corte di Toscana e i principi stranieri" (Fantozzi 1843). Una testimonianza diretta delle ricchezze che il luogo offriva al tempo è nella guida di Francesco Bocchi e Giovanni Cinelli, che in particolare si soffermano a descrivere il giardino "acconciamente adornato, ove fra le altre comodità vi è luogo da poter fare l'esercizio della cavallerizza, e la nizza da correre la lancia; ha questo oltre un vago giro di terreno un ricetto in forma ottagona, ed in ognuna delle facce si vede una lunga viottola, ed in ognuno degli angoli una statua di marmo antica maggiore del naturale; evvi ancora un ameno boschetto tramezzato tutto con teste di marmo si antiche come moderne che fanno graziosa veduta". Nel 1676, pochi anni dopo l'acquisto da parte dei Riccardi del palazzo Medici di via Larga (si veda in via Camillo Cavour), un inventario indicava, come facenti parte ancora dell'abitazione e dell'arredo del giardino, sei statue e 210 busti di arte antica, oltre ad altre opere di età rinascimentale. Nel 1704 è documentato un intervento di Giovanni Battista Foggini, probabilmente chiamato a costruire una limonaia oggi non più esistente. Agli inizi dell'Ottocento (1808) la proprietà fu acquistata dagli Stiozzi Ridolfi per poi passare rapidamente di proprietà in proprietà, fino ad essere data in locazione. Nel 1835, sempre secondo la testimonianza di Fantozzi, la ditta Riva & C. vi aprì una fabbrica di drappi. I giardini, estesi con vari edifici lungo le mura, quasi fino a via della Scala furono compromessi al momento della costruzione della via ferrata e della stazione Maria Antonia. In questo periodo la proprietà passò agli Orsini (che negli anni dal 1869 al 1877 la affittarono al Console generale degli Stati Uniti a Firenze James Lorimer Graham), quindi ai Giuntini, per essere acquistata, attorno al 1915, dall'Associazione Industriali della Provincia di Firenze. Questa promosse importanti interventi di recupero e restauro dell'estesa fabbrica, diretti dall'architetto Gherardo Bosio (1938-1940). Il fronte su via Valfonda è oltremodo semplice, tipico dei casini, organizzato su due piani più un mezzanino: al centro è il portale decorato da bugne di pietra a forte aggetto affiancato da finestre. Al piano superiore un'altra fila di finestre si allinea sulla cornice marcadavanzale, sovrastata da occhi che consentono di dare luce al mezzanino. Sul prospetto è a destra una memoria che ricorda come qui morisse nel 1865 il generale Manfredo Fanti (trascritta e commentata da Francesco Bigazzi). A destra del corpo di fabbrica si estende un loggiato, frutto dell'intervento sopra ricordato di Gherardo Bosio. Più articolato il prospetto che dava sul giardino, con due corpi laterali rialzati e una grande loggia al terreno, oggi chiusa da vetrate. Sempre su questo lato è un grande stemma. Negli interni varie sale documentano dei fasti passati, come accade con la sala degli Stucchi, con lunette dipinte da un ignoto artista nei primi decenni del Seicento e poi terminate da Jacopo Chiavistelli (1672) con scene di feste nelle ville dei Riccardi e vedute a volo d'uccello delle loro molte proprietà. Altri dipinti murali sono riconducibili forse al Volterrano, mentre, a memoria della stagione ottocentesca della residenza, è al primo piano un affresco di Annibale Gatti con una allegoria della Poesia e della Musica.
Bibliografia
dettaglio
Bocchi-Cinelli 1677, pp. 557-559; Del Bruno 1757, p. 79; Cambiagi 1765, p. 124; Cambiagi 1771, pp. 134-135; Cambiagi 1781, p. 129; Fantozzi 1842, p. 499; Fantozzi 1843, p. 39, n. 50; Firenze 1845, p. 123; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, IV, 1846, pp. 247, 557; V, 1847, p. 263; Formigli 1849, pp. 113-114; Firenze 1850, p. 527; Stegmann-Geymüller 1885-1908, VII, p. 9; Bigazzi 1886, pp. 339-340; Illustratore fiorentino (1905) 1904, p. 42; Vasari-Milanesi 1906, V, p. 351; Limburger 1910, n. 85; Garneri 1924, p. 188, n. XXXV; Thiem 1964, pp. 94-97, n. 44, tav. 109; p. 120, n. 63, tavv. 163-164; Limburger-Fossi 1968, n. 85; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, IV, 1978, pp. 233-234; Cazzato-De Vico Fallani 1981, pp. 16-19; Cesati 2005, II, p. 712; Chiara Martelli in Atlante del Barocco 2007, p. 425, n. 148; ; Invernizi 2007, II, p. 563, n. 508; Paolini 2013, p. 60.
Approfondimenti Michelangelo Buonarroti il giovane, Descrizione delle felicissime nozze della cristianissima maestà di madama Maria Medici regina di Francia e di Navarra, Firenze, appresso Giorgio Marescotti, 1600; Marco Lastri, Casino de' Marchesi Riccardi, e festeggiamenti, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, IV, pp. 84-89; Luigia Maria Tosi, in "Illustrazione Toscana", fennraio 1928, pp. 7-8; Leonardo Ginori Lisci, Gualfonda, un antico palazzo ed un giardino scomparso, Firenze, L'Arte della Stampa, 1953; Restauro e arredamento di palazzo Giuntini, in Gherardo Bosio architetto fiorentino 1903-1941, a cura di Carlo Cresti, Firenze, Angelo Pontecorboli Editore, 1966, p. 144; G. De Juliis, M. D'Arienzo, N. Castiglia, Il palazzo di Valfonda, in "Granducato", III, 1978, 11/12, pp. 65-72; Riccardo Spinelli, Giovan Battista Foggini "Architetto Primario della Casa Serenissima" dei Medici (1652-1725), Firenze, Edifir, 2003, p. 338 (Disegno dello stanzone); Michelangelo Buonarroti il giovane, Descrizione delle felicissime nozze della cristianissima maestà di madama Maria Medici..., in Dolci trionfi e finissime piegature. Sculture in zucchero e tovaglioli per le nozze fiorentine di Maria de’ Medici, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina, 10 marzo-7 giugno 2015) cura di Giovanna Giusti e Riccardo Spinelli, Livorno, Sillabe, 2015, pp 73-77; Matteo Cecchi, Palazzo di Valfonda. Delizia e magnificenza, Firenze, Edifir per Confindustria Firenze, 2015; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 315-320.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ACA-F-035024-0000 (veduta d'insieme della facciata verso il giardino, 1920-1930). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 26542, 26543 (particolari del cortile interno con graffiti, 1964); 31943, 31944, 31945, 31946 (veduta d'insieme e particolari del prospetto principale, 1966); 31947, 31948, 31949, 31950 (vedute della porzione del prospetto con il loggiato, 1966); 31951, 31952, 31953, 31954, 319455 (vedute dell'androne e del cortile interno, 1966); 173121, 173122, 173123, 173124, 173125, 173126 (particolari degli spazi interni, 1994); 173127, 173128, 173129, 173130, 173131, 173132, 173133, 173134, 173135, 173136, 173137, 173138, 173139, 173140, 173141, 173142, 173143, 173144 (vedute d'insieme e particolari della sala degli Stucchi, 1994); 173145, 173146 (vedute di spazi interni, 1994); 173147 (veduta d'insieme di un cortile interno, 1994); 173148 (veduta della volta di un ambiente interno, 1994); 173149, 173150 (veduta d'insieme e prospetto con graffiti di un cortile interno, 1994); 173151 (veduta parziale del prospetto verso il giardino, 1994); 173152, 173153 (vedute d'insieme del prospetto principale, 1994).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzi di Firenze su Wikipedia.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 09/12/2008
Data ultima modifica 05/10/2020
Data ultimo sopralluogo 20/07/2015
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags giardino, lapide, comunità straniera (americano).
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