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Quartiere Santa Maria Novella
Ubicazione Via de' Tornabuoni 15
Denominazione Palazzo Viviani della Robbia
Altre denominazioni .
Affacci via della Spada, via delle Belle Donne 2
Proprietà Tornabuoni, Saracinelli, Viviani, Viviani della Robbia, De Angelis, Contini Bonacossi.
Architetti - Ingegneri Foggini Giovanni Battista, Fagnoni Raffaello.
Pittori - Scultori - Decoratori Vaccà Andrea, Bimbacci Atanasio.
Uomini illustri Negroni Camillo.
Note storiche Si tratta di un edificio sorto nel luogo dove, in antico, erano alcune case dei Tornabuoni, passate di proprietà ai Sarcinelli e quindi ai Viviani, dal 1645 Viviani della Robbia. Furono questi che vollero unificare le varie proprietà in un grande palazzo, affidandone il progetto all'architetto Giovanni Battista Foggini che lo eresse con un cantiere che recenti documenti tendono a datare al 1699 ma che la letteratura vuole aperto nel 1692 a partire probabilmente dal lato di via della Spada. Nel 1695 i lavori erano giunti alla cantonata (dove in quest'anno si posizionò il grande scudo con l'arme della famiglia Viviani), mentre il fronte su via Tornabuoni è in effetti databile tra il 1699 e i primi del Settecento. Rispettando la tradizione nella serie di fornici e nel parato in bugne di pietra che segna il piano terreno, l'architetto immaginò un inconsueto motivo a legare tra loro i piani superiori grazie a una serie di paraste e lesene che determinano una serie di specchiature, di minor altezza man mano che dal secondo piano si sale al quarto e ultimo. "L'asse centrale della facciata su via Tornabuoni è sottolineato dalla sovrapposizione al portale di un ampio balcone su cui si aprono le porte in una disposizione a serliana, con coronamento a segmento di timpano sulle due aperture laterali" (Bevilacqua). Lo stato del palazzo nella prima metà del Settecento è compiutamente descritto nella ben nota incisione di Giuseppe Zocchi dedicata a questo tratto della via, con le emergenze del palazzo Corsi e del nostro. Con la morte nel 1780 di Luigi Viviani (prima ministro di Carlo di Borbone poi del re di Spagna), il palazzo iniziò a conoscere un periodo di lento declino: dopo essere stato utilizzato da ufficiali francesi, fu affittato (nel 1842 dai principi polacchi Poniatowsky), quindi venduto nel 1880 alla famiglia De Angelis e successivamente trasformato in condominio. Per quanto concerne le vicende del palazzo nel primo Novecento si segnalano lavori al terrazzo nel 1912 e degli interventi di trasformazione interna e di restauro delle facciate nel 1934. Tra i molti cantieri aperti negli anni successivi (in buona parte tesi alla riorganizzazione degli spazi interni) si segnala quello degli anni quaranta su progetto dell'architetto Raffaello Fagnoni. "Di maschia architettura è l'esterno di questo palazzo, e nell'insieme si presenta imponente e maestoso. Il piano terreno bugnato, mostra però delle arcate che lasciano in dubbio se fossero aperte in principio, o così fatte per semplice decorazione; ed i due piani soprapposti sono suddivisi da lesene e contro lesene in tanti riquadri, quante sono le finestre vere e finte che contiene: di queste non sono belle che quelle del piano nobile. Il cornicione non appartiene a verun ordine; è mal ripartito e profilato, ed è sostenuto da goffe e pesanti mensole" (Fantozzi 1842). Così annota Mazzino Fossi: "Nell'interno il palazzo è ricco di ambienti originali con pitture, stucchi e sculture di notevole interesse. L'opera evidenzia in modo eccezionale l'architettura fiorentina dei secoli XVII e XVIII". E ancora sottolinea l'importanza del palazzo Roberto Gargiani, che lo considera "uno degli esempi più significativi, e non soltanto all'interno delle esperienze fiorentine, dell'ordine ridotto a nuda ossatura. Della tradizione del bugnato resta traccia al pianterreno e nella soluzione d'angolo, ma le facciate ad intonaco sono nervate da membrature geometriche, che disegnano una trama regolare di campate dal forte e originale rilievo plastico, e priva di quegli ornamenti necessari a suggerire l'immagine di un ordine incrostato sul muro. Soltanto in corrispondenza dell'ingresso, la trama è interrotta per inserire un motivo parietale caratterizzato dalla presenza di modanature e individuato dal balcone" (testo nel sito www.firenzeturismo.it). Tra gli ambienti interni rimarchevole il salone centrale a doppia altezza, con elaborate incorniciature e stucchi, opera realizzata su progetto dello stesso Foggini con sfondi affrescati da Atanasio Bimbacci. Sulla cantonata, alto, è il bello scudo in marmi policromi scolpito a Carrara da Andrea Vaccà, con l'arme dei Viviani (d'oro, a tre scaglioni scaccati di due file d'argento e d'azzurro). Lo stesso stemma ricorre nell'androne (ma lo si veda anche nelle monumentali prese in bronzo del portone), assieme a quello dei Della Robbia (d'azzurro, al monte di sei cime d'oro sormontato da una spada dello stesso posta in fascia con la punta a destra). Negli ambienti al terreno è stato a lungo il caffè Giacosa, quindi Casoni e poi ancora Giacosa, uno dei locali storici di Firenze, nato nel 1815 e noto per il cocktail Negroni, qui creato da uno dei suoi abituali frequentatori attorno al 1919, il conte Camillo Negroni. Dal 2001 il celebre caffè (spostato dal lato di via della Spada) è stato rilevato dalla maison Cavalli. Dal lato opposto del prospetto è l'ugualmente storico negozio di Attilio Parenti, qui dal 1875 (gli arredi, eseguiti dalla ditta fiorentina 'Corsti Ernesto', datano al 1917). Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia
dettaglio
Zocchi 1744, tav. XII; Cambiagi 1765, p. 187; Cambiagi 1771, p. 198; Cambiagi 1781, p. 185; Thouar 1841, p. 396; Fantozzi 1842, p. 533; Firenze 1845, p. 143; Formigli 1849, p. 130; Firenze 1850, p. 126; Illustratore fiorentino 1880, pp. 59-60; Carocci 1897, p. 48; Elenco 1902, p. 257; Limburger 1910, n. 724; Garneri 1924, p. 125, n. LXXIX; Limburger-Fossi 1968, n. 724; Ginori Lisci 1972, I, pp. 233-236; Palazzi 1972, p. 120, n. 222, p. 162, n. 297; Firenze 1974, p. 283; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 112; IV, 1978, p. 191; Zocchi-Mason 1981, pp. 54-55; Zucconi 1995, p. 107, n. 164; Negozi storici 2000, pp. 42 (Gioielleria Parenti), 62 (Caffè Giacosa); Cesati 2005, II, pp. 689-690; Firenze 2005, p. 260; Mario Bevilacqua in Atlante del Barocco 2007, pp. 426-427, n. 151; Invernizi 2007, I, p. 66, n. 46.
Approfondimenti Marco Lastri, Palazzo de' Marchesi Viviani cognominati della Robbia, donde le famose terre, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, V, pp. 86-91; Antonio Frosali, I caffè, in Firenze d'oggi, Firenze, tipografia Ariani, 1896, pp. 53-59; Giacosa's Tea Room, in Firenze Elegante, Milano, The Artistic International Advertising Co. Editrice, 1898; Gianluigi Maffei, Palazzo Viviani della Robbia, in Via Tornabuoni: il salotto di Firenze, a cura di Mariaconcetta Fozzer, Firenze, Loggia de' Lanzi Editori, 1995, p. 53 (si vedano inoltre le pp. 90-91 per note sul caffè Giacosa); Riccardo Spinelli, Giovan Battista Foggini "Architetto Primario della Casa Serenissima" dei Medici (1652-1725), Firenze, Edifir, 2003, pp. 133-143 (Il progetto di palazzo Viviani della Robbia a Firenze); Teresa Spignoli, Caffè letterari a Firenze, Firenze, Polistampa, 2009, pp. 94-100 (Caffè Doney e Caffè Giacosa); 1888-2013, 125 anni, Milano, Banca Passadore & C., 2013 (vedute di alcune sale del piano nobile, sede della filiale fiorentina della banca); Alessandra Marino, Claudio Paolini, Via de' Tornabuoni. I palazzi, Firenze, Polistampa 2014, pp. 69-72 (Palazzo Viviani della Robbia); Sylvie Jourdan, in Firenze itinerari del Novecento, a cura di Lia Bernini, Firenze, Nardini, 2017, pp. 30-31 (Caffè Giacosa).
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ARC-F-010745-0000 (veduta d'angolo con il prospetto su via de' Tornabuoni, 1900-1910). Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0097163 (particolare della decorazione a stucchi del salone). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 11319 (veduta dell'edificio ripresa da via de' Tornabuoni, 1933 ca.). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 4188, 4189, 4193, 4194 (vedute parziali delle decorazioni del salone, 1942); 37220, 37221, 37222, 37223, 37224, 37225 (vedute d'insieme e particolari dei prospetti presi da diverse angolazioni, 1967). Archivio Foto Locchi, Firenze: 1961-A3938 (interno del bar Giacosa, 1961); GP-Col20-5, GP-Col20-17; GP-Col2018 (vedute parziali dell'esterno del palazzo con le vetrine del bar Giacosa, 2001).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Viviani-Della Robbia su Wikipedia.
Codice SBAPSAE FI0019
ID univoco regionale 90480170257
Data creazione 25/11/2008
Data ultima modifica 09/12/2021
Data ultimo sopralluogo 20/07/2015
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags esercizio storico, sala da caffè, stemma familiare, comunità straniera (russo).
Localizzazione
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