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Quartiere Santa Croce / San Giovanni
Ubicazione Borgo degli Albizi 12
Denominazione Palazzo degli Albizi
Altre denominazioni Palazzo Frescobaldi
Affacci .
Proprietà Albizi (Albizzi), Frescobaldi.
Architetti - Ingegneri Baccio d'Agnolo (Bartolomeo Baglioni, d.), Cronaca (Simone del Pollaiolo, d.), Silvani Gherardo, Dori Emilio, Facchini Giancarlo.
Pittori - Scultori - Decoratori Papi Domenico Maria, Bonechi Matteo, Del Moro Giuseppe, Meucci Vincenzo, Poccetti (Bernardino Barbatelli, d.).
Uomini illustri degli Albizi Vittorio.
Note storiche Il palazzo, eretto attorno al 1500 su preesistenti case mercantili trecentesche in parte giā di proprietā della famiglia Albizi in parte dei da Filicaia (si veda borgo degli Albizi 10), fu interessato da importanti lavori commissionati da Luca degli Albizi tra il 1625 e il 1634 all'architetto Gherardo Silvani, che vi fece - come documenta Filippo Baldinucci - molti lavori "con tanta magnificentia d'architetture tanto difficile sopra el vechio". Grazie al rispetto dell'esistente, almeno per quanto riguarda la facciata, tale intervento non stravolse il disegno originario e la grande fabbrica si presenta ancora nelle nobili e austere forme proprie dell'architettura fiorentina del Rinascimento, con la porta incorniciata da conci in pietra e le finestre inquadrate da bozze piatte, il tutto coronato da un tetto fortemente aggettante, sempre nel solco della tradizione locale. Il progetto originario della fabbrica č variamente ricondotto dagli studiosi a Baccio d'Agnolo o a Simone del Pollaiolo detto il Cronaca, mentre a Gherardo Silvani la letteratura tende ad attribuire sia la grande loggia a sei arcate inserita nella facciata posteriore (un tempo a guardare un vasto giardino, oggi, tamponata la loggia per metā, uno spazio asfaltato dove ancora resiste un alto albero di magnolia), sia la scala che si sviluppa sulla destra dell'androne. Pervenuto per via ereditaria ai Frescobaldi, il palazzo ha goduto nei primi anni settanta del Novecento di un intervento di restauro curato dall'architetto Emilio Dori (al quale negli anni ottanta altri sono seguiti condotti dallo stesso Dori in collaborazione con l'architetto Giancarlo Facchini) che, come a suo tempo sottolineato da Leonardo Ginori Lisci (1972), "ha messo in luce molti particolari architettonici un tempo scomparsi, e ha valorizzato in pieno le importanti pitture (settecentesche) del quartiere terreno". Queste ultime, di notevole impatto nel loro decorare senza soluzione di continuitā gli ambienti, sono bene apprezzabili anche dalle vetrine sulla strada, che guardano a varie sale attualmente occupati da esercizi commerciali. Nel novero di queste pitture murali poste al terreno e presumibilmente collocabili tra gli anni trenta e quaranta del Settecento, si segnalano lavori attribuiti (si veda il contributo di Lisa Leonelli 2012) a Domenico Maria Papi, Matteo Bonechi, Giuseppe Del Moro e Vincenzo Meucci. Al primo piano č invece un piccolo ambiente, giā adibito a cappella, decorato da un allievo di Bernardino Poccetti, e alcune pitture della seconda metā del Settecento, eseguite in occasione del matrimonio di un Albizi con Teresa Spinelli (1795). Sulla facciata, sotto il ricorso del secondo piano, č un bello scudo dei primi del Cinquecento della famiglia Albizi (di nero, a due cerchi concentrici d'oro, con il capo d'argento caricato della croce di nero). Sopra il ricorso del primo piano, sul lato sinistro, sono le insegne dell'Arte della Lana e di Calimala; alla stessa altezza, agli estremi della fabbrica, si ripetono le armi degli Albizi. Sulla facciata, questa volta sopra il portone, si segnala inoltre una lapide, posta nel 1879 e trascritta da Francesco Bigazzi, che ricorda Vittorio degli Albizi, esperto di agronomia, morto nel 1877 senza discendenza maschile. Si noti inoltre come sulla sinistra, verso la torre degli Albizi (si veda al numero civico 14), vi sia una soluzione di continuitā data da un immobile che solo in un secondo tempo č stato adeguato nel disegno del fronte alla mole principale della fabbrica. Il bel cancello che chiude l'androne presenta nuovamente uno scudo con l'arme degli Albizi, sempre nella versione caricata della croce dell'ordine teutonico. Assieme ai molti appartamenti privati, il palazzo accoglie la sede dell'Istituto Papirologico Girolamo Vitelli dell'Universitā degli Studi di Firenze. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichitā e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed č dal 1913 tutelato da vincolo architettonico.
Bibliografia
dettaglio
Del Bruno 1757, p. 50; Cambiagi 1765, p. 79; Cambiagi 1771, p. 81; Cambiagi 1781, p. 76; Fantozzi 1842, p. 298, n. 81; Fantozzi 1843, p. 154, n. 358; Firenze 1850, p. 233; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, p. 79; Bigazzi 1886, pp. 1-2; Elenco 1902, p. 251; Ross 1905, pp. 17-20; Limburger 1910, n. 14; Bertarelli 1922, p. 83; Garneri 1924, p. 251, n. XX; Bertarelli 1937, p. 165; Allodoli-Jahn Rusconi 1950, p. 203; Limburger-Fossi 1968, n. 14; Ginori Lisci 1972, I, pp. 495-498; Palazzi 1972, p. 200, nn. 387-390; Firenze 1974, p. 175; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, pp. 40-41; Maffei 1990, p. 130; Vannucci 1995, pp. 11-14; Zucconi 1995, p. 79, n. 100; Cesati 2005, I, p. 21; Firenze 2005, p. 392; Chiara Martelli in Atlante del Barocco 2007, p. 406, n. 72; Invernizi 2007, I, p. 22, n. 8; Paolini 2008, pp. 25-27, n. 19; Paolini (Albizi) 2008, pp. 35-37, n. 12; Paolini 2009, pp. 30-31, n. 24.
Approfondimenti Lisa Leonelli, Palazzo degli Albizi: le sale terrene, in Fasto privato: la decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, I, a cura di Mina Gregori e Mara Visonā, Firenze, Edifir per l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, 2012, pp. 133-137; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della cittā, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, p. 70; Fauzia Farneti, I travestimenti delle stanze fra Sei e Settecento nel Granducato di Toscana, in Diminuzione e accrescimenti. Le misure dei maestri di prospettiva, a cura di Maria Teresa Bartoli e Monica Lusoli, Firenze, Univerity Press, 2018, pp. 178-213.
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 35859 (veduta d'insieme del prospetto, 1967); 35860, 35861, 35862 (vedute d'insieme del prospetto verso il giardino, 1967).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Albizi su Wikipedia.
Codice SBAPSAE FI0243
ID univoco regionale 90480170310
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 19/10/2021
Data ultimo sopralluogo 22/02/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags stemma civile, stemma familiare, pietrino, lapide.
Localizzazione
Contatti note tecniche e legali
 
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