Home Il progetto Ricerca nel Repertorio Piante e Vedute Temi e Itinerari Indici Link Crediti Contatti
Ricerca nel Repertorio
Denominazione Modulo di ricerca
Ubicazione
Proprietà
Architetti - Ingegneri
Pittori - Scultori - Decoratori
Uomini illustri
Testo
Per ottimizzare la ricerca è consigliabile digitare una sola parola chiave per campo (es.: Bardi, anziché via de’ Bardi).
Per ulteriori suggerimenti si veda a:


Struttura della banca dati
 
Scheda Palazzo Gaddi Torna ai risultati della ricerca
Versione stampabile della scheda
Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via del Giglio 11- 13
Denominazione Palazzo Gaddi
Altre denominazioni Casa dell'Orto, Palazzo Ulivieri, palazzo Franzoni
Affacci .
Proprietà Gaddi, Gilardi Carducci, di Gros, Carbonai, Ulivieri, Franzoni, Mattei, Galardelli.
Architetti - Ingegneri Dosio Giovanni Antonio, Cigoli (Lodovico Cardi, d.), Buonaiuti Telemaco.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Bracciolini Poggio, Repetti Emanuele, Milton John, Trollope Frances Milton, Trollope Thomas Adolphus, Trollope Theodosia Garrow.
Note storiche Si tratta di un palazzo sviluppato a partire da un originario casino commissionato da Niccolò Gaddi nel terzo quarto del Cinquecento e realizzato su probabile progetto di Giovanni Antonio Dosio (si vedano le recenti ricerche di Emanuele Barletti e Andrew Morrogh), arricchito da un giardino ricco di piante rare, detto il Paradiso dei Gaddi, che si estendeva nel lotto di terreno a forma di trapezio irregolare tra via del Giglio e via del Melarancio, verso piazza di Madonna degli Aldobrandini (sul giardino si veda l'ampia documentazione in Pucci 2017 che, ricordandone il degrado dei primi del Novecento, annota come "il popolino" avesse preso a chiamarlo "il Paradiso dei gatti"). A chiudere il lato interno di questo orto era ed è un corpo di fabbrica trasversale alle due strade nel quale il proprietario aveva riunito una raccolta antiquaria più volte elogiata dai contemporanei. Attualmente il prospetto - di ben maggiore ampiezza rispetto a quella che si può ipotizzare essere stata la sua estensione cinquecentesca - mostra caratteri settecenteschi (entro il 1783 la 'casa dell'orto' fu in effetti unita ad altre due unità immobiliari acquistate in tempi diversi dai Gaddi), con finestre mistilinee nel secondo ordine e un busto femminile in terracotta raffigurante Bianca Cappello inserito nel timpano del portone d'ingresso (che la letteratura indica come del XVI secolo e che tuttavia appare di fattura corrente). Poco oltre, a guardare piazza Madonna degli Aldobrandini, era l'antica entrata dello scomparso giardino dei Gaddi, con il portale di ideazione manieristica, attribuito a Lodovico Cardi detto il Cigoli (ma ricostruito in posizione avanzata da Telemaco Buonaiuti nel 1840) per il quale si veda al numero 15 di questa stessa via. Nell'insieme, nonostante la sua illustre storia e le sue notevoli dimensioni (quattro piani per ben undici assi), il fronte del palazzo appare di disegno sufficientemente corrente. Federico Fantozzi così riassume nella sua Pianta geometrica della città di Firenze (del 1843, quando il palazzo era ormai passato agli Ulivieri) le vicende storiche essenziali dell'edificio: "Fu ridotto alla presente grandezza e venustà nel passato secolo dalla famiglia Gaddi, mediante la riunione di più case. Fra queste è notabile quella che appartenne e servì di abitazione a Messer Poggio di Guccio Bracciolini da Terranuova ed a suo figlio Jacopo, per la celebrità alla quale pervennero nella storia della Repubblica fiorentina e letteraria. Niccolò di Sinibaldo Gaddi, che abitava qui presso, vi aveva riunita una Galleria ed una Biblioteca preziosissima, la quale però, unitamente al contiguo giardino che aveva arricchito di piante rarissime e che formò la delizia della nostra città, divenne ben presto dopo la sua morte un orto ordinarissimo. La porta che dalla piazzetta, che forma la congiunzione delle vie del Giglio e del Melarancio, introduceva a detto giardino, già architettata da Lodovico Cigoli, è stata portata in avanti e nuovamente ricostruita nel principio del 1840 dall'architetto Telemaco Buonaiuti sull'antico disegno. Presentemente abita un quartiere di questo palazzo il chiarissimo Emanuele Repetti autore del Dizionario Geografico storico ec. della Toscana". Un altro quartiere, negli anni 1848-1849, fu occupato dalla scrittrice inglese Frances Milton Trollope, da suo figlio, lo scrittore Thomas Adolphus, e dalla moglie di quest'ultimo, anche lei scrittrice, Theodosia Garrow. Per quanto riguarda i riferimenti a Niccolò Gaddi, si veda a piazza Madonna degli Aldobradini 1. Sulla sinistra del fronte una targa ricorda la permanenza nella casa (secondo una tradizione non convalidata) di John Milton, tra il 1638 e l'anno successivo. All'interno del nostro edificio la letteratura segnala un imponente salone a doppio volume (probabilmente la galleria prima richiamata), con la volta affrescata con le Glorie della famiglia Gaddi. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è soggetto a vincolo architettonico dal 1913.
Bibliografia
dettaglio
Ruggieri 1722-1728, I, 1722, tav. 41; Del Bruno 1757, p. 80; Cambiagi 1771, p. 138; Cambiagi 1781, p. 132; Fantozzi 1842, p. 501; Fantozzi 1843, pp. 75-76, n. 154; Firenze 1845, p. 122; Formigli 1849, p. 112; Firenze 1850, p. 122; Bigazzi 1886, p. X; Elenco 1902, p. 254; Limburger 1910, n. 271; Illustratore fiorentino (1913) 1912, pp. 54-55; Garneri 1924, p. 191, n. XVII; Limburger-Fossi 1968, n. 271; Palazzi 1972, p. 176, n. 326; Firenze 1974, p. 266; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, pp. 41-42, 260-261; Ciabani 1984, pp. 150-151; Cesati 2005, I, p. 286; Firenze 2005, p. 302; Francesca Parrini in Atlante del Barocco 2007, p. 414, n. 98; Invernizi 2007, I, p. 208, n. 183; Paolini 2013, pp. 125-128.
Approfondimenti Marco Lastri, Palazzo de' Gaddi, Professori, Collettori, e Mecenati di Belle Arti, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, IV, pp. 54-61; Alessandro Gambuti, Lodovico Cigoli architetto, in "Studi e Documenti di Architettura", 1973, 2, pp. 37-136, pp. 66-71 (La Porta dell'Orto dei Gaddi); Carolyn Valone, Giovanni Antonio Dosio and his Patrons, Dissertation, Evanston - Illinois, Northwestern University, 1972, pp. 219-224; Emanuele Barletti, Andrew Morrogh, La 'casa dell'orto' di Niccolò Gaddi, in Giovan Antonio Dosio da San Gimignano architetto e scultor fiorentino tra Roma, Firenze e Napoli, a cura di Emanuele Barletti, Firenze, Edifir, 2011, pp. 466-505; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 306-310.
Documentazione fotografica Campo in corso di revisione.
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Arrighetti Gaddi su Wikipedia.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 14/11/2008
Data ultima modifica 12/05/2021
Data ultimo sopralluogo 10/05/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags scultura, busto, lapide, giardino, comunità straniera (inglese).
Localizzazione
Contatti note tecniche e legali
 
Copyright © 2011 - 2021 Palazzo Spinelli - Associazione No Profit
Copyright © 2011 - 2021 Claudio Paolini