RestauriCantieri scuolamartedì 11 maggio 2021
Il cantiere scuola di restauro delle pitture murali del complesso del Paradiso degli Alberti
Il cantiere scuola di restauro delle pitture murali del complesso del Paradiso degli Alberti

Via del Paradiso - Firenze
Cantiere In corso

Notizie Storico-Artistiche

Per quanto riguarda la cappella, vi troviamo uno splendido ciclo di storie di Cristo, commissionato dalla famiglia degli Alberti alla fine del XIV Secolo e attribuito a Niccolò di Pietro Gerini e Ambrogio di Baldese. La parte interessata dall’intervento si trova proprio a cavallo tra la parte inferiore della scena del Giudizio Universale e l’intonaco sottostante (con una piccola porzione di finti marmi cinquecentesca); riguarda inoltre le sole due figure complete di questa scena in cui vediamo raffigurato un Angelo che prende per mano il committente dell’intero ciclo di affreschi, Antonio degli Alberti. In questa scena sono inoltre visibili e lasciate a vista nell’intervento precedente delle porzioni di sinopia, ovvero il disegno preparatorio originale.

La tecnica pittorica usata dall’artista è quella del “buon fresco” tipicamente trecentesca, realizzata quindi con l’utilizzo di pigmenti puri stemperati nell’acqua e stesi su un intonaco liscio e ancora umido e procedendo con una commistione di giornate e pontate; l’artista si è sicuramente servito anche di un medium organico per completare e/o rifinire le prime stesure oppure per usare particolari pigmenti come l’azzurrite che però sono andati in gran parte perduti. 

Per quanto riguarda invece la lunetta del chiostro, non abbiamo informazioni dirette sull’autore ma si tratta di un’opera probabilmente coeva, sormontata da una decorazione probabilmente realizzata in epoca più tarda. 

Sulla lunetta è raffigurata una Crocifissione precedentemente martellinata e scialbata, purtroppo presenta ormai solamente delle tracce di pittura originale, comunque anche qui la tecnica utilizzata è quella del “buon fresco” come descritto precedentemente.


Stato di conservazione

La causa principale del degrado avvenuto dalla fine dei lavori del nostro Istituto (2013) a oggi, è dovuta principalmente ad infiltrazioni d’acqua provenienti dal terreno addossato al lato posteriore della parete nonché sopraelevato di circa 1,5m rispetto al piano di calpestio di cappella e chiostro.

Secondo indicazioni della proprietà, prima dell’estate 2019 è stato realizzato un intervento che ha previsto il risanamento dell’intonaco posteriore alla parete e la realizzazione di uno scannafosso drenante nel terreno per ovviare a questo problema; è importante notare però come alla data del nostro sopralluogo la superficie interna risultasse ancora bagnata: molto probabilmente ciò è dovuto sia al grande spessore del muro che alla presenza di un contrafforte sul retro della zona interessata, elementi che non hanno ancora permesso la completa asciugatura dello stesso.

Per quanto riguarda la cappella, le infiltrazioni da umidità di risalita hanno provocato efflorescenze saline e solfatazioni con conseguente polverulenza ed esfoliazioni della pellicola pittorica, frammentazione e distaccamenti dell’intonaco con conseguenti cadute dello stesso, così come probabili distacchi in profondità tra intonaco, arriccio e supporto murario. 

Importanti anche le alterazioni cromatiche presenti sulla fascia decorativa, sul finto marmo cinquecentesco e sul colore neutro della parte inferiore.

Per quanto riguarda invece la lunetta con la Crocifissione, essendo posta poco più in alto rispetto alla scena della cappella, le infiltrazioni hanno provocato danni principalmente nella parte bassa, come la caduta di una vecchia stuccatura alla base della figura del Cristo, importanti alterazioni cromatiche e distacchi interstrato nell’intonaco. Si segnala inoltre la presenza di una grossa fenditura tra la volta e la parete ed estese tracce di scialbo ancora presenti sulla superficie.


Intervento di Restauro

Preconsolidamento del colore:

La fermatura preventiva della superficie pittorica è da effettuarsi laddove la pellicola pittorica presenti polverulenze e sollevamenti di media e grossa entità, con l’applicazione di carta giapponese di grammatura idonea (500-502-508) tramite l’utilizzo di un pennello morbido imbevuto in acqua deionizzata, necessaria per impedire la caduta di colore e facilitarne la riadesione.

Si prevedono successive iniezioni a tergo di adesivo consolidante, da scegliersi dopo prove preliminari, quali: acqua di calce stesa a pennello, caseinato di ammonio all’8% (eventualmente caricato in proporzione 1/1 con calcio idrossido) e successivo tamponamento con spugne imbevute di acqua deionizzata, oppure uso di eteri della cellulosa (Klucel G) o simili, stesi a pennello o ad iniezione in soluzione al 2% previa interposizione di carta giapponese e successivo tamponamento al fine della completa riadesione; solo in caso di estrema necessità si potrà intervenire con l’uso di resine acriliche tipo Acril ME diluite in minime percentuali in acqua deionizzata.

Pulitura della pellicola pittorica:

Dopo aver effettuato le necessarie prove di pulitura e l’eventuale fermatura del colore, si procederà con un intervento differenziato in base alle diverse zone e problematiche: 

  •  spolveratura preliminare tramite pennellesse a setola morbida;
  • rimozione meccanica di residui di scialbo tramite bisturi e/o spatoline metalliche;
  • rimozione del particellato solido mediante tampone o con spugne naturali imbevute di acqua deionizzata, previa interposizione di carta giapponese. Prima della pulitura potrebbe rendersi necessaria una preventiva protezione delle parti dorate e decorazioni in rilievo tramite stesura di Paraloid B44 (o simili) da rimuovere successivamente;
  • nelle zone in cui è presente materiale organico, oppure oggetto di una pulitura leggera: possibile uso di tensioattivi (Tween 20 o simili) in soluzione acquosa al 2%, stesi a pennello e previa interposizione di carta giapponese con tempo di contatto da stabilire; successiva rimozione e risciacquo della superficie con spugne naturali imbevute di acqua deionizzata;
  • se fosse necessaria una pulitura più approfondita, possibile uso di bicarbonato di ammonio al 10%, steso su carta giapponese con tempi di contatto da stabilire e successivo tamponamento tramite spugne naturali imbevute in acqua deionizzata; in alternativa, pulitura a tampone tramite applicazione di solventi appropriati e successiva neutralizzazione tramite tamponatura con acqua deionizzata;
  • nelle zone interessate da fenomeno di solfatazione, potrà rendersi necessaria l’applicazione di resina a scambio ionico di tipo anionico ad effetto desolfatante (Amberlite OH o simili) che dovranno essere stese a pennello o con l’aiuto di piccole spatole, previa interposizione di carta giapponese e lasciate agire per il tempo necessario a secondo dell’entità del deposito; successivo tamponamento tramite spugne naturali o tamponi imbevuti in acqua deionizzata.+
  • nelle zone interessate da sali carbonati, potrà rendersi necessaria l’applicazione di resina a scambio ionico di tipo cationico (Amberlite IH o simili) che dovranno essere stese a pennello o con l’aiuto di piccole spatole, previa interposizione di carta giapponese e lasciate agire per il tempo necessario a secondo dell’entità del deposito; successivo tamponamento tramite spugne naturali o tamponi imbevuti in acqua deionizzata.

Consolidamento:

Il consolidamento interstrato sarà realizzato individuando in primo luogo fori e fenditure già esistenti e adatti per le iniezioni; in alternativa saranno effettuati piccoli fori, evitando le parti più significative dell’intonaco pittorico. Si procederà in primo luogo a ripulire le cavità tramite aspirazione per rimuovere i residui da materiale polverulento e malta disgregata; in seguito con successive iniezioni di acqua e alcool etilico nel rapporto 1:1 al fine di liberare i fori da eventuali ostruzioni e posteriore iniezione di idonee malte consolidanti (PLM-A o simili), con lo scopo di ricreare l’adesione tra gli strati e quella al supporto strutturale. 

Stuccatura:

In primo luogo si procederà alla rimozione meccanica di eventuali vecchie stuccature realizzate con materiali incoerenti oppure degradate, così come di qualsiasi elemento estraneo non più utilizzabile come chiodi, tasselli, staffe di metallo o elementi in legno; successivamente, nelle zone con presenza di lacune, fori e altri danneggiamenti si effettuerà la stuccatura con malta formata da grassello di calce stagionato da almeno cinque anni e sabbie di fiume lavate e setacciate di varie colorazioni e granulometrie, a imitazione della superficie originale. 

Restauro pittorico:

L’integrazione pittorica sarà realizzata ad abbassamento di tono in tutte le zone dove esistono abrasioni o cadute di colore tramite velature sensibilizzate alle cromie circostanti realizzate con l’uso di pigmenti naturali (terre e ossidi di ferro) stemperati in acqua e legati con caseinato di ammonio al 2% (al 4% per la lunetta collocata all’esterno); per le nuove stuccature si prevede invece l’uso della selezione cromatica nel caso sia possibile la riconducibilità del disegno originale, in tutti negli altri casi si procederà con la realizzazione di neutri sensibilizzati alle cromie circostanti.

Si procederà inoltre al rifacimento tramite l’uso di pittura a calce del neutro alterato nella parte bassa del Giudizio Universale con uno della stessa cromia di quello circostante.