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San Pietro a Careggi
San Pietro a Careggi
Titolo: Il restauro degli affreschi
Luogo: San Pietro a Careggi, Firenze
Data: 2012/2013
Esecuzione: Allievi Corso Restauro Affreschi, II anno, A.A. 2012/2013

Introduzione storico artistica

La Chiesa di San Pietro a Careggi è di antichissima fondazione.
Nella sua primitiva costruzione era a tre navate con la facciata rivolta a occidente, dove oggi è l’altare grande, ma abbattuta nel XIV secolo da un terremoto, fu ricostruita ad una sola navata e capovolta con la fronte a oriente. Il restauro del 1803 ha donato alla chiesa un aspetto totalmente moderno.
L'assetto ottocentesco la vede preceduta da un portico sostenuto da tre colonne di pietra e all'interno lluminata da due finestre praticate nella facciata, in mezzo alle quali è posizionato l'organo sostenuto da una cantoria posata sopra mensoloni.
Il coro è posto dietro l'altare maggiore ed il presbiterio è separato da una balaustra in pietra. La chiesa oggi si mostra ancora in questo stato fatta eccezione per le cornici di stucco non più esistenti e per l'odierna sacrestia che ha sostituito l'antico portico e la sala del priore.
La chiesa è abbellita da affreschi ottocenteschi che decorano la volta e la cupola dell'abside, con Cristo consegna le chiavi a Pietro di Francesco Conti sull'altare maggiore, Madonna col Bambino di Domenico di Michelino sulla parete sinistra, Santa Filomena sull'altare di sinistra.
Il soffitto in volta è spartito da cornici di stucco dorato e dipinto a ornati che esaltano lo sfondo con la raffigurazione, al centro, della Gloria di San Pietro.
Il personaggio di San Pietro è ritratto nel momento della sua ascensione, scortato da un gruppo di angeli, ognuno dei quali reca con sè un attributo del santo, ad accoglierlo in alto altri cinque puttini alati posti in semicerchio.
L'intera raffigurazione è inserita in una cornice mistilinea intorno alla quale sono disposte in maniera speculare quadrature di varie forme contenenti rispettivamente motivi a girali vegetali, rosoni e le raffigurazioni dei Quattro Evangelisti.
Ricerche condotte nell'archivio della parrocchia hanno posto attenzione su un documento prodotto dalla Soprintendenza nei primi anni del Novecento che attribuisce le pitture della volta della chiesa a Cesare Maffei, pittore senese vissuto nella prima metà dell'Ottocento.
Vengono definiti impropriamente affreschi, in quanto la pellicola pittorica è molto sottile e in diverse zone abrase si intravede la pittura sottostante, anche questa, probabilmente, eseguita a secco.
 
Il restauro

L'intervento di restauro ha avuto inizio con il descialbo delle pareti laterali della navata centrale rivelando antiche quadrature sovrapposte, una di colore verde più recente e la sottostante di colore arancione seicentesca.
L’operazione è stata eseguita meccanicamente e a secco mediante l’utilizzo di bisturi e di martellina.
Più interessante quello che riguarda il descialbo della parete absidale della chiesa che ha portato alla luce una decorazione di attribuzione seicentesca, che risulta essere contemporanea alle decorazioni parietali arancioni e alla decorazione della volta al di sotto della pittura attuale.
Sulla parete absidale è raffigurato un altare delimitato da due colonne sovrastato dall’iscrizione “Altare Privilegiato Quotidiano".
Il descialbo è stato condotto meccanicamente non senza difficoltà a causa della superficie ruvida e irregolare. In seguito si è provveduto a preconsolidare le zone in cui il colore era pulverulento.
Questa operazione è stata riservata a una minima parte della superficie pittorica, in particolare le iscrizioni nere nei quattro angoli della volta e la cornice giallo-oro nel riquadro centrale.
 
La pulitura
La pulitura della volta è durata circa tre mesi. In primo luogo si è proceduto con una leggera spolveratura a pennello eseguita su tutta la superficie, per poi intervenire con una pulitura meccanica solo sulle zone monocrome circostanti le decorazioni che sono state trattate unicamente con metodi ad impacco, essendo alto il rischio di abrasione del film pittorico.
La pulitura della parte centrale della volta, raffigurante l’apoteosi di San Pietro, è stata eseguita tramite l’applicazione di carta giapponese stesa a pennello e successivo tamponamento.
 
Il consolidamento
Per questo intervento si è scelto di usare un tipo di consolidante che non ha proprietà adesive proprie, ma che agisce come prodotto di riempimento.
Erano evidenti pezzi di intonaco con immediato rischio di caduta pertanto si è provveduto a farli riaderire andando ad agire in profondità cercando di eseguire il minor numero di fori per non recare danni estetici alla pittura.
Al'interno della chiesa si sono riscontrate lacune di varia entità, una molto rilevante sorta durante il riposizionamento della nuova finestra e una seconda estesa verso il basso. Ve ne sono poi svariate di forma minore dovute all’appoggio delle staffe e a buche pontaie.
Nella parete dell'abside vi è una mancanza in cui si rileva una caduta dell'intonaco e dell'arriccio fino all'affioramento del supporto murario.
In gran parte della volta, inoltre, sono presenti numerose crepe che la attraversano quasi per intero, si ritiene causate da eventi sismici di lieve entità. Un’altra parte particolarmente danneggiata è l’arcata che presentava crepe in corrispondenza della linea di congiunzione con la volta.
 
Il ritocco pittorico
Il ritocco pittorico è stato effettuato con l'impiego di pigmenti naturali minerali andando ad intervenire sulla parete destra della volta, in particolare sugli ottagoni della cornice decorativa. Le abrasioni e le piccole mancanze sono state ritoccate a sottotono, mentre alcune mancanze di entità maggiore sono state ritoccate con la tecnica della selezione cromatica.